IL GIURAMENTO by Jack Mars

IL GIURAMENTO by Jack Mars

autore:Jack Mars [Mars, Jack]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2018-02-05T00:00:00+00:00


CAPITOLO VENTUNO

17:35

Joint Interagency Task Force South, base aerea navale di Key West

Luke era al telefono, ad ascoltare musica da ascensore cercando di non dispiacersi per se stesso. Nell’orecchio gli risuonavano note di pianoforte che riproducevano una versione annacquata di una canzone famosa vent’anni prima. Era questa la musica d’attesa della Nuova Casa Bianca di Susan Hopkins?

Poco prima Ed Newsam era uscito brusco dalla stanza sulle sue stampelle. Ed era arrabbiato perché il ragazzo era morto. Era stato zitto per molti minuti, e poi era esploso, gridando contro Luke.

“Quando pianifichi una missione devi farlo bene, amico. Non ci mandi fuori in una missione stupida. Vuoi fare un raid? Lo facciamo sparando.”

“Non vi ho mandati in missione, Ed. C’ero anch’io con voi. Te lo ricordi?”

Ed aveva scosso la testa. “Era una missione stupida, amico. Non fingere che non lo fosse. Avevamo ragazzini senza esperienza. Avevamo dei sauditi su una barca di cui non sapevamo nulla. Avevamo cinque minuti o meno per portarlo via di lì. Scapperà? Certo che scapperà. E ci siamo fatti ammazzare un cretino e non abbiamo neanche acquisito l’obiettivo. E tu l’hai preso, e che cosa hai fatto? Gli hai sparato a una mano.”

“Che cosa avrei dovuto fare, Ed? Dare inizio a una sparatoria con metà della marina e delle forze aeree di Cuba? Ci avrei fatti uccidere tutti.”

“Sparargli in testa, Luke. È questo che fai. Gli spari alla testa. Ma tu… adesso grazie a te ci ride dietro.”

Era stato allora che Ed era uscito.

Luke si sentiva male per il litigio. Capiva che cosa stava passando Ed. Si sentiva anche lui alla stessa maniera. Charlie Qualcosa era morto, ed era morto per niente. Era stata una missione stupida? Non voleva pensarci in quei termini. Ma forse era vero.

Al telefono era terminata una canzone dolciastra, e ne era cominciata un’altra. Guardò l’orologio. Lo avevano fatto aspettare fin dopo l’orario in cui era stato organizzato l’attentato. Questa piccola premura gli disse tutto ciò che aveva bisogno di sapere.

Andò su e giù per la stanza per il centro di comando di fortuna. Era una stanzina in fondo al corridoio degli uffici di comando della forza aerea olandese, che operava in un piccolo sottogruppo di laggiù in concerto con gli americani, e che pattugliava il mare caraibico fino ad Aruba, Bonaire e Curaçao. Trudy e Swann erano al tavolo, a controllare i dati del computer in cerca di qualsiasi prova di un attentato in corso d’opera.

La musica si bloccò improvvisamente. La voce di Susan Hopkins si fece sentire agli auricolari di Luke. “Luke, non ho molto tempo per parlare. Mi ha messo in una posizione difficile. Probabilmente lei è il miglior agente che abbiamo, ma adesso non possiamo più usarla.”

“Per favore, può lasciarmi da parte per il momento?” disse Luke. “Se c’è stato un attentato, dobbiamo rispondere. Se non c’è stato possiamo ancora fermarlo.”

Monk parlò. “Stone, lo sa che diverse amministrazioni una dopo l’altra hanno trascorso gli ultimi dieci anni a sistemare le relazioni diplomatiche che avevamo con Cuba? In un solo pomeriggio lei ha riportato i rapporti alle profondità della guerra fredda.



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